La Commissione Europea ha presentato il piano REPowerEU: la sua risposta alle difficoltà e alle perturbazioni del mercato mondiale dell’energia causate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

La trasformazione del sistema energetico europeo è urgente per due motivi: porre fine alla dipendenza dell’UE dai combustibili fossili della Russia e affrontare la crisi climatica. 

Le misure del piano REPowerEU intendono far fronte a questo obiettivo tramite 

  • il risparmio energetico 
  • la diversificazione dell’approvvigionamento energetico 
  • l’introduzione accelerata delle energie rinnovabili in sostituzione dei combustibili fossili nelle abitazioni, nell’industria e nella produzione di energia.

Con la raccomandazione in oggetto la Commissione affronta – tra i diversi temi – proprio l’annosa questione dell’eccessiva durata e della complessità delle procedure di autorizzazione per i progetti di impianti da fonte rinnovabile.

L’attuale lentezza e la frammentarietà degli iter autorizzativi sono indicati, infatti, come i maggiori ostacoli non solo alla diffusione – in assoluto – di tali impianti, ma anche alla realizzazione di impianti meno efficienti rispetto a quanto sarebbe consentito dall’innovazione dinamica intervenuta nel frattempo.

Pertanto, su tali presupposti la Commissione precisa come gli Stati Membri debbano:

  • istituire scadenze chiaramente definite e ravvicinate per tutte le fasi necessarie all’autorizzazione della costruzione e dell’esercizio di tali infrastrutture – nonché il loro collegamento alla rete elettrica – (la cui durata in ogni caso dovrebbe essere limitata ad un massimo di tre mesi);
  • consentire ai richiedenti di aggiornare le specifiche tecnologiche dei progetti nel periodo intercorrente tra l’istanza e l’ottenimento dell’autorizzazione.

Molto importante è anche la previsione di cui al punto 13, ove è previsto che gli Stati Membri debbano introdurre norme in base alle quali il mancato riscontro delle autorità competenti – entro termini perentori – comporti di fatto il rilascio del titolo autorizzativo (cfr. in tal senso al recentissimo DL 50/2022 art. 7, comma 2).

Sempre nell’ottica di favorire la diffusione degli impianti FER (Fonte di Energie Rinnovabili), la raccomandazione rivolge, quindi, agli Stati Membri il compito di individuare rapidamente le zone in terra ed in mare idonee alla realizzazione di tali tipologie di impianti (zone di riferimento per le rinnovabili) dando priorità alle aree degradate non utilizzabili a fini agricoli e, al contempo, limitando al minimo le cd “zone di esclusione”, che dovrebbero a loro volta essere oggetto di informazioni chiare, trasparenti e motivate.

A tal fine, la Commissione invita gli Stati ad avvalersi dei dati e delle informazioni circa le zone sensibili dal punto di vista ambientale nell’ambito dello strumento di mappatura digitale dei dati geografici relativi all’energia e all’industria (Energy and Industry Geography Lab).

Stante l’impatto innovativo delle previsioni individuate nella raccomandazione, è previsto che ciascun Stato Membro debba procedere al monitoraggio nell’attuazione delle misure di accelerazione delle procedure comunicando alla Commissione ogni due anni (a partire da marzo 2023) i progressi portati avanti, al fine di rendere più efficienti i processi di autorizzazione e di conseguenza la diffusione degli impianti a fonte rinnovabile.

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